Il gioco, come messa in scena di un discorso, muove il soggetto dalla ripetizione alla trasformazione della scena stessa e dei suoi vissuti; il gioco traduce i pensieri in immagini e trasforma le immagini visive in pensiero.
Questa frase, forse un po’ complicata ad una prima lettura, racchiude il senso e la forza dello psicodramma analitico come dispositivo di cambiamento.
Lo psicodramma analitico si caratterizza per essere un dispositivo che permette di pensare e prendere contatto con i propri vissuti.
Sia in un contesto di supervisione che in uno terapeutico, lo psicodramma analitico può essere particolarmente efficace; permette, infatti, di entrare in contatto in modo più diretto e profondo con quanto narrato, facendo leva su un pensiero che va per immagini, talvolta più immediato delle rappresentazioni verbali.
In una seduta di psicodramma analitico è possibile mettere in gioco, all’interno del gruppo, in cerchio, la scena che ha portato un partecipante. La scena viene scelta dal conduttore perché significativa sia per il soggetto che la porta che per il gruppo. Il protagonista sceglie tra i membri del gruppo a chi attribuire gli altri ruoli e perché; gli viene poi chiesto di scambiare il proprio ruolo con quello degli altri. In questo modo si ha la possibilità di osservare quanto accaduto da differenti punti di vista e di mettersi nei “panni altrui”.