Supervisione

Supervisione e psicodramma analitico

 

La supervisione per gruppi di lavoro

Su richiesta, si attivano percorsi di supervisione rivolti a figure professionali differenti.

Sono rivolti a: gli insegnanti di una scuola o di una classe, i medici e il personale sanitario di un reparto, i volontari di una associazione, i manager di una azienda, gli impiegati di un ufficio, gli operatori socio-assistenziali di una équipe, gli operatori di una squadra di soccorso e tutte le figure professionali che si trovano a far parte e a collaborare in un team.

A cosa serve la supervisione

La supervisione è uno strumento di lavoro, atto a condurre sia una lettura sia una analisi del proprio modo di operare, delle dinamiche interne al gruppo di lavoro, dei rapporti con l’esterno.

Il tipo di supervisione qui proposta è di carattere relazionale in prima battuta ed organizzativo-istituzionale in seconda battuta.

La supervisione serve a dare un momento al gruppo per riflettere su di sé, ne aumenta la coesione, permette lo sviluppo di prassi comunicative efficaci, fa emergere le eventuali conflittualità e/o criticità presenti nel gruppo.

In supervisione si trova uno spazio di ascolto in cui poter portare le proprie idee, ma anche le proprie insoddisfazioni, le proprie frustrazioni e le proprie preoccupazioni.

Spesso mi è capitato di sentire definire la supervisione come una boccata di ossigeno nella propria routine lavorativa.

La circolazione della parola e dell’espressione verbale

Nel mio modo di lavorare, tendo a proporre una tipologia di supervisione che preveda un lavoro in gruppo e i partecipanti a tale gruppo vanno pensati e definiti a priori, anche in base agli obiettivi specifici che ci si vuol porre in accordo con l’Istituzione richiedente o il datore di lavoro.

Il ruolo del conduttore

Il gruppo mi vedrà in veste di conduttore, con la funzione di far circolare la parola e di far emergere risorse e aree di criticità dal gruppo stesso, mantenendo il focus su contenuti, vissuti individuali e dinamiche relazionali.

Il gruppo

I membri del gruppo si troveranno quindi ad apprendere dalla propria e altrui esperienza, e non per accumulazione di nozioni, trovando quindi le risposte in se stessi e nel gruppo che diventa una mente pensante.

La restituzione

Il conduttore dà una lettura di quanto emerso sia nella seduta stessa sia tenendo un fil rouge da un incontro all’altro se si prevede l’attuazione di un percorso. Vi saranno poi momenti di restituzione di quanto emerso durante lo svolgimento della sessione e una di osservazione più complessa al suo termine.

 

Lo psicodramma analitico

Oltre al dispositivo della circolazione della parola e dell’espressione verbale dei vissuti, vi è la possibilità di proporre al gruppo la tecnica dello psicodramma analitico.

È possibile mettere in gioco, all’interno del cerchio del gruppo, la scena che ha portato un partecipante, scena che viene scelta dal conduttore perché significativa sia per il soggetto che la porta sia per il gruppo. Il protagonista della scena sceglierà fra i colleghi a chi attribuire gli altri ruoli e perché. La scelta, che raramente è casuale, permette di osservare le dinamiche laterali fra i partecipanti. E al protagonista viene chiesto di “cambiarsi” con gli altri personaggi della scena, favorendo così la messa nei panni altrui e l’osservazione da differenti prospettive.
Il gioco come messa in scena di un discorso muove il soggetto dalla ripetizione alla trasformazione della scena stessa e dei suoi vissuti: il gioco traduce i pensieri in immagini e trasforma le immagini visive in pensiero.

Perché psicodramma analitico

Lo psicodramma qui proposto prende il nome di analitico non a caso: esso infatti si differenzia dallo psicodramma classico o “moreniano” con una funzione prettamente catartica, e si caratterizza per essere un dispositivo che permette di pensare prima, durante e dopo la scena giocata.

In un contesto di supervisione lo psicodramma analitico può essere particolarmente efficace poiché permette di entrare in contatto in modo più diretto e profondo con quanto narrato, facendo leva su un pensiero che va per immagini, il quale talvolta è più immediato delle rappresentazioni verbali.

 

Per progettare insieme un percorso, potete contattarmi scrivendomi o chiamandomi.

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